lunedì 10 settembre 2018

Coltivare il satanismo

Se proprio vogliamo chiamare "culto" il satanismo (e premetto che è una definizione che a me non piace, perché troppo collegata al concetto di religione, che a sua volta indica un fenomeno di legame/dipendenza intellettuale e morale da una "verità" esterna al sé), ricordiamoci che "culto" (cultus) è in latino il participio passato del verbo colĕre, che significa coltivare.

E coltivare non significa soltanto seminare e annaffiare.

Significa prima arare la terra, dissodarla, concimarla, posare il seme non a casaccio ma con criterio - alla giusta distanza e profondità, ricoprirlo di terra soffice, tenerlo umido ma senza esagerare, strappare le erbacce che lo soffocherebbero, proteggerlo dal sole, dalla pioggia e dagli uccelli quando spunta dalla terra, guidarlo nella sua crescita appoggiandolo ad un sostegno, potarne le proppaggini inutili, tenerlo pulito dalle parti secche e dai marciumi, trattarlo con antimicotici e antiparassitari (non storcete il naso: sto parlando di zolfo e verderame) e annaffiarlo regolarmente per tutta la sua vita.

Se non saprete fare questo con il "vostro" satanismo, evitate di affibbiarvi etichette che non meritate.
Grazie.

Per approfondimenti: