Il Satanista non ha libri sacri.
Il Satanista non si lascia guidare da nessuno, neanche da Satana in persona.
Il Satanista agisce per se stesso e per chi e cosa lo fa stare bene, non per mal definiti utopici scopi "spirituali" che promettono un inesistente premio in un immaginario "al di là".
Il Satanista non cerca cose come l'elevazione dell'anima né tantomeno una qualsiasi forma di trascendenza mistica.
Il Satanista è individualista, realista, materialista e utilitarista, vuole godersi la vita nel mondo QUI ED ORA, direttamente in prima persona e non nel nome o sotto l'egida di chicchessia, e a tale scopo ricerca la conoscenza e studia non per conseguire una fantomatica illuminazione salvifica, ma per diventare capace di ottenere quello che vuole, quando vuole e nella misura che gli aggrada.
Il Satanista non è un mistico, non è un seguace di nessuno, non è dedito a null'altro se non a godersi la vita, massimizzando il piacere e minimizzando le tribolazioni del vivere.
mercoledì 26 giugno 2019
mercoledì 19 giugno 2019
Ah, morire, che vergogna!
Vi racconto una cosa che mi è successa questa mattina.
Una stupidaggine da social, ma che mi ha fatto riflettere su quanto aveva - ed ha - ragione Philippe Ariès quando nel suo libro "Storia della morte in Occidente" spiega come oggi la morte sia diventata il più grande dei tabù.
E se la morte diventa l'ultima innominabile, che fine possono fare la pietà, la rassegnazione, l'umanità?